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Migliori attrazioni romantici in Bologna

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La suggestiva Piazza di Santo Stefano che conserva ancora l'antica seliciata è uno dei luoghi storici più magici della città. Racchiusa tutt'intorno da bellissimi palazzi signorili sembra voler tenere un misurato distacco per custodire le leggende nelle quali si racconta che laddove ora sorge la Basilica Santuario di Santo Stefano vi fosse un tempio romano dedicato al culto di Iside e che Sant'Ambrogio avesse sepolto qui le spoglie dei protomartiri Vitale e Agricola. Fu battuta dai Longobardi e visitata da Carlo Magno, non mancò Leopardi e Giorgio Morandi amava recarvicisi durante le passeggiate pomeridiane.

Bellissima piazza medioevale dove ancora oggi si respirano il fasto e la magnificenza dell'Età Comunale. Gli edifici che vi si affacciano furono costruiti tra i XI e XIV secoli. Cuore della città, essa partecipa alla vita dei Bolognesi offrendo spettacoli diurni e notturni a volte insoliti. Artisti di strada, goliardi, famiglie e bambini, scolaresche e turisti, si riversano sul crescentone di piazza (tratto di pavimentazione rialzato), all'ombra della Basilica di San Petronio, per godere della quasi millenaria storia di una città famosa in tutto il mondo per l'Università, per i portici, le torri, i tortellini e la straordinaria vitalità del suo popolo.

Innalazata intorno al XII secolo, probabilmente nella stessa epoca in cui fu edificata la Torre degli Asinelli, la Torre della Garisenda è alta circa 48 metri. E' detta anche Torre Mozzata perchè si narra che essa fosse molto più alta di adesso. Ipotesi attestata anche da Dante Alighieri che nel canto XXXI dell'Inferno (vv.136.138) narra: "...Qual pare a riguardar la Garisenda sotto 'l chinato, quando un nuvol vada sovr'essa sì, che ella incontro penda..." e deduciamo anche che questa particolare pendenza l'abbia acquisita quasi subito, forse per un cedimento del terreno. La lapide con i versi di Dante Alighieri è affissa sul lato pendente della Garisenda. Ingresso: non è aperta al pubblico.

Originariamente detto palatium novum, il palazzo merlato fu edificato nel 1244 come sede delle assemblee cittadine. Nei piani inferiori si conservavano le macchine da guerra, tra cui c'era il famoso carroccio, protagonista di numerose battaglie campali. Nel 1242, i bolognesi durante la storica battaglia della Fossalta rapirono Re Enzo, il Figlio di Federico II, e lo imprigionarono nel Palazzo fino alla sua morte, avvenuta nel 1272. Questo prigioniero illustre rimase così nella storia di Bologna, lasciando il proprio nome "inciso sulle pietre" di questo edificio.

Situato al centro della Città, si narra che il Parco fosse adibito a passeggio cittadino già nel Seicento e che, durante il periodo napoleonico, vi si svolgessero i pubblici svaghi come il gioco della cuccagna e i voli aereostatici. Nel 1806 l'architetto Gian Battista Martinetti avviò la riorganizzazione dello spazio da cui nacque il bel Giardino giunto sino a noi. Al centro è posta una vasca creata da diego Sarti nel 1888. Interessante è sapere che il promontorio sul quale si inerpica questo Parco cittadino si generò per l'accumulo di detriti derivati dall'abbattimento del grandioso Castello di Galliera, di cui rimangono alcuni resti all'inizio di Via Indipendenza, ai piedi della scenografica scalinata che introduce al Parco.

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