Aperta al pubblico il 5 luglio del 1908, la grotta dei record. L'enorme sala centrale (100 metri di altezza, 280 di lunghezza e 65 di larghezza) potrebbe contenere l'intera San Pietro. È citata dal Guinness dei primati come la caverna turistica più grande del mondo. Per le sue eccezionali caratteristiche e per la temperatura costante di 12 °C, la cavità è sede di importantissime strumentazioni scientifiche di interesse mondiale. L'associazione speleologica che la gestisce, la più antica d'Europa, organizza discese guidate in tutte le stagioni. Una serie di percorsi, alcuni aperti solo di recente, permettono di ammirare la cavità (illuminata da centinaia di spot) da angolature diverse e suggestive. Situata sull'altopiano carsico, alle spalle della città, dista circa mezz'ora di macchina dal centro di Trieste. È possibile visitare, nel complesso esterno, il piccolo museo di speleologia che raccoglie materiali archeologici e paleontologici provenienti dal Carso triestino e attrezzature antiche e attuali per l'esplorazione delle grotte. L'ingresso al museo è gratuito. Piacevole anche una passeggiata nei dintorni.

Di fronte alla stazione ferroviaria centrale, in alcune sale del bel palazzo Economo, sede della Soprintendenza regionale ai beni artistici, c'è questa piccola e preziosa galleria d'arte sconosciuta anche alla maggior parte dei triestini. La mostra raccoglie alcuni dipinti di scuola italiana tra la fine del Quattrocento e gli inizi dell'Ottocento, con bei disegni del Canaletto e una tavola di Cranach il Vecchio. Di particolare rilievo, inoltre, è il salone piemontese, zeppo di boiseries, specchi e dipinti.

Certamente è una meta obbligata e non solo per chi ami i libri. Questa libreria, infatti, è molto più di un semplice negozio, ma un museo, un pezzo di storia della città. A fondarla, infatti, nell'immediato dopoguerra, fu uno dei poeti più noti e amati a Trieste, una città che da sempre vanta grandi tradizioni letterarie e culturali: Umberto Saba. Importante cantore della Venezia Giulia e, più in generale, del Novecento italiano, Saba (1883-1957) rese questa libreria famosa in tutta la nazione. Nulla è cambiato dal giorno in cui fu aperta e anche l'atmosfera che vi si respira è carica di fascino e suggestione. Saba fece di questa libreria un punto di incontro per intellettuali triestini come Svevo, Stuparich e Giotti e autori italiani del calibro di Levi, Montale e Comisso. E alla fine divenne, come lo stesso poeta amava definirla, un rifugio agli orrori del tempo. Ancora oggi in questo locale, tra vecchi libri, scansie impolverate e qualche novità, convivono gli aspetti più efficienti di una normale e moderna libreria e quelli di un passato e di una tradizione che non devono essere perduti. Davvero una miniera per i collezionisti di libri antichi, rari ed esauriti nei magazzini degli editori. Fortunata anche la posizione, a due passi dalla spettacolare Piazza dell'Unità d'Italia e proprio nel cuore di un'area pedonale da poco ristrutturata. Oggi la libreria è gestita da Mario Cerne, figlio di Carlo, collaboratore e poi socio del poeta fin dal 1924.

Situato sul colle più alto nel cuore della Trieste antica suggestiva e affascinante. La sua costruzione venne iniziata nel 1470 da Federico III d'Asburgo, sull'impianto di una fortificazione veneta. La parte più antica è la Casa del Capitano, inglobato in una costruzione fortificata a pianta triangolare con tre bastioni ai vertici: il Bastione Rotondo o Veneziano (1508), il Bastione Lalio o Hoyos (1553-1561) e infine il Bastione Fiorito o Pomis (1630). Dal passaggio al piazzale interno delle Milizie, si accede al museo, che ospita periodicamente rassegne di varia natura. Al piano terra si trova la cappella dedicata a San Giorgio, con la statua lignea di San Giovanni Evangelista del XV secolo, e un Crocefisso del XVI-XVII secolo. Sul soffitto è dipinto lo stemma dell'imperatore Federico III e il suo motto A.E.I.O.U. (Austriae Est Imperium Orbi Universo). Un ampio scalone e i camminamenti al secondo piano ospitano una collezione d'armi. Nel grande cortile, un locale è anche adibito a ristorante. Ingresso: EUR 3,50.

Situata sul colle Capitolino, il più alto della città, la Cattedrale di San Giusto è uno dei simboli di Trieste. Il suo aspetto attuale risale al 1300, quando vennero accorpate due preesistenti basiliche risalenti all'alto medioevo, ricavando così la vasta navata centrale. Contemporaneamente venne edificata la bella facciata in arenaria, nobilitata dall'ampio rosone in pietra bianca. A lato della cattedrale, ecco la torre campanaria, del 1337, che a sua volta racchiude un precedente campanile romanico. La chiesa è intestata al patrono della città, San Giusto; è da citare la cappella dedicata a San Carlo, nella cui cripta vengono ancora oggi sepolti i Borboni del ramo carlista di Spagna. Ingresso: Gratuito.

Voluto da Massimiliano d'Austria, fratello di Francesco Giuseppe, venne terminato nel 1864. Massimiliano e Carlotta vi abiteranno fino alla sua nomina a imperatore del Messico. In seguito il castello fu abitato dal duca Amedeo di Savoia e divenne sede di vari comandi militari e dal 1955 museo. Conserva ancora i mobili originali voluti da Massimiliano. Al pianoterra gli appartamenti destinati all'arciduca e alla moglie, con la camera da letto e lo studio che riproducono la cabina e il quadrato di poppa della fregata Novara, sulla quale aveva navigato come ufficiale. Sempre al pianterreno la cappella, il fastoso primo piano di rappresentanza con i salottini cinese e giapponese, la sontuosa sala del trono, e gli appartamenti di Amedeo di Savoia. Massimiliano curò personalmente la realizzazione dello straordinario parco (ingresso gratuito), esteso per oltre 22 ettari, con piante provenienti da tutti i continenti. Parcheggio a pagamento. Visite guidate su richiesta alla biglietteria in italiano, tedesco, francese e inglese. Le scuderie del castello ospitano periodicamente mostre di arte e scultura. Ingresso: EUR 4.

A 18 chilometri da Trieste, lungo la strada provinciale tra Gabrovizza e Sgonico, due piccole località dell'altopiano, si estende il giardino botanico Carsiana, istituito nel 1964. Il visitatore non si aspetti fiori e piante esotiche: qui, infatti, è riprodotto esattamente l'ambiente naturale carsico, il caratteristico territorio che circonda la città: troverete la dolina (tipica depressione a forma di imbuto), il bosco e il sottobosco carsico, i ghiaioni, lo stagno, il pozzo naturale e le specie più significative della flora locale. Degli ottimi cartelli descrivono di volta in volta gli aspetti più interessanti del paesaggio e le singole specie, riportandone il nome scientifico, la famiglia di appartenenza, la distribuzione geografica e il periodo di fioritura. Il consiglio, però, è di affidarvi alle guide: sono molto preparate e sempre disponibili.

È il museo comunale di Muggia, l'incantevole cittadina sul mare che sorge a ridosso del confine con la Slovenia. Si tratta di una piccola ma interessante collezione di reperti archeologici, rinvenuti sul territorio negli ultimi decenni e risalenti al periodo compreso tra il neolitico e l'alto medioevo. La zona è ricca di storia e di tradizioni e per rendersene conto è sufficiente visitare il bel colle che la sovrasta, conosciuto a tutti come Muggia Vecchia, e dove sorge una straordinaria chiesetta di antiche origine romaniche. Il museo conserva di tutto, ma particolare attenzione meritano alcuni spettacolari corredi funerari. Veniteci, perché vale la pena di visitare anche i dintorni.