Commissionato dall'ingegner E. Castiglioni a Giuseppe Sommaruga, il Palazzo, costruito tra il 1900 ed il 1903, è divenuto ben presto uno dei più riusciti esempi del liberty italiano. Quasi totalmente abbattuto e rifatto dall'Unione Commercianti per sistemarvi i propri uffici, oggi dell'edificio di Sommaruga non ne rimane che lo scalone principale, la riccamente decorata 'sala dei pavoni' e la facciata. Sopra un alto zoccolo in serizzo della Valsassina, si alza la splendida facciata giocata sul rapporto del non-finito della pietra e il liscio delle superfici intonacate. Ricchissimo è il suo apparato decorativo: i putti che incorniciano le cimase del piano nobile, i pannelli con motivi floreali, il fregio dell'ultimo piano ed i ricchi ferri delle finestre rappresentarono un'inedita espressione artistica e diventarono modello per l'edilizia milanese.
Dichiarato dall'UNESCO nel 1995 Patrimonio dell'Umanità, il Cotonificio Crespi d'Adda a Capriate San Gervasio è uno dei più interessanti esempi italiani di villaggi operai. Nel 1871 Cristoforo Crespi, in seguito allo spostamento della sua fabbrica da Vigevano a Canonica (territorio in seguito aggregato a Capriate con il nome di Crespi d'Adda), costruì i primi quattro edifici per i lavoratori; nel 1889 il figlio Silvio Benigno abbandonando l'idea di collocare più famiglie operaie in uno stesso edificio, con un piano urbanistico meglio definito, iniziò a costruire abitazioni unifamiliari con giardino ed orto, dando vita ad un villaggio vero e proprio che subirà negli anni ulteriori ampliamenti, tanto che gli stessi Crespi abbandoneranno la vecchia abitazione per stabilirsi all'interno del villaggio. Basandosi sull'idea che il continuo miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori potesse evitare gran parte dei conflitti sociali, Silvio Benigno Crespi creò un esempio di "città sociale" secondo le teorie di Robert Owen volte al miglioramento della classe operaia attraverso riforme sociali esemplari. L'affascinante Cotonificio con le villette per gli operai, la villa-castello del fondatore, l'asilo, le scuole elementari, il teatro, il pubblico lavatoio, l'albergo, l'infermeria, lo spaccio alimentare, il mausoleo Crespi, il cimitero e la chiesa (in stile bramantesco iniziata nel 1891 ed inspirata alla chiesa di S. Maria in piazza di Busto) si conserva oggi praticamente inalterato (la crisi del economica e la politica fiscale fascista costrinsero la famiglia a vendere il complesso nel 1929) a testimonianza della filosofia del paternalismo imprenditoriale del secolo scorso.
La splendida Basilica, cominciata nel 1063 e consacrata nel 1095 dai benedettini, capolavoro dell'architettura romanica, fu costruita da maestranze comensi sul luogo di una precedente chiesa paleocristiana dedicata ai Ss. Apostoli e dal 818 a S. Abbondio quarto vescovo di Como, morto nel 489.
La chiesa che subì alla fine del '500 numerose trasformazioni in senso classicista e riportata al suo aspetto originario da una serie di restauri iniziati nella seconda metà del secolo scorso, costituisce un esempio unico nell'architettura romanica in Italia per la diretta dipendenza da modelli d'oltralpe.
La facciata, dalla composta eleganza, articolata in cinque campi con tre finestre centrali e cornice ad archetti è fortemente tesa verso l'alto. Ai lati incorniciano simmetricamente il prospetto, secondo un origine ottoniana, due campanili alleggeriti da bifore e trifore, di cui quello di sinistra è una ricostruzione del 1863 di Serafino Balestra dell'originale demolito nel 1555.
Nell'interno a cinque navate con copertura lignea, le pareti prive di scansione decorativa, la volta del coro ed gli alti pilastri cilindrici con capitelli cubici tradiscono la loro origine nordica e conferiscono alla struttura un'insolita spinta verticale. La parte absidale è illuminata da splendidi affreschi sulla vita di Cristo di artisti lombardi trecenteschi.
Fu re Ariperto a voler erigere la chiesa verso la metà VII secolo. Nel 962 la regina Adelaide, moglie dell'imperatore Ottone I, fonda il monastero. Dopo varie vicissitudini durate secoli, la chiesa è restituita la culto solo nel 1900.
La chiesa è particolare per la sua architettura, nella quale i cenni gotici si fondono agli elementi rinascimentali.
La facciata esterna è dominata da una forte impronta classicheggiante, mentre l'interno, a una sola navata, è ricca di gotiche volte a sesto acuto.
La decorazione della basilica costituisce l'esempio più ricco di affreschi rinascimentali conservati a Pavia. Dorature, grottesche e festoni, opere di Bernardino Lanzani risalenti al 1507, attirano da sempre l'attenzione dei fedeli.
The Monument exemplifies the Italian proficiency over the art of sculpture, and architecture. Witness the excellent work of Ercole Rosa in the late 19th Century, as the particularly fascinating sculpture of Vittorio Emanuele riding his horse, with the pedestal flanked with sculptures of warriors, forms the focal point of the Duomo Piazza.